Uccide un trans con una penna-pistola
Killer tradito dall'impronta sulla lattina

Uccide un trans con una penna-pistola Killer tradito dall'impronta sulla lattina
3 Minuti di Lettura
Martedì 16 Ottobre 2018, 19:28 - Ultimo aggiornamento: 19:35
MILANO Il killer è stato tradito da un’impronta sulla lattina di Coca cola. E’ lui - secondo la procura di Monza - che con una enna pistola in tasca, potenziata e silenziata, ha fatto salire un transessuale di 42 anni in auto e, una volta nella sua casa di Cinisello Balsamo, hinterland di Milano, lo ha ucciso con un colpo alla schiena, dopo aver messo a soqquadro l’abitazione per rapinarlo. Poi insieme a un complice e con una parrucca in testa, è entrato nel bar di proprietà di un cinese a Segrate e ha tentato di farsi consegnare l’incasso. Quando questi ha reagito ferendolo con una coltellata, gli ha sparato contro quattro colpi alla schiena con la stessa arma. Il tutto in meno di ventiquattr’ore.

TELECAMERE DI SORVEGLIANZA
Di questo è accusato Giovanni Amato, netturbino di 43 anni con precedenti per droga, nei confronti del quale è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare per omicidio aggravato e detenzione illecita di arma da fuoco. Secondo gli inquirenti, è lui che ha freddato Juan Carlos Gutierrez Cardenas, transessuale di 42 anni, trovato morto dal suo coinquilino nella loro abitazione lo scorso 4 febbraio. Amato ha ricevuto il provvedimento nella sua cella di San Vittore, dove è rinchiuso per aver cercato di uccidere anche il titolare del bar Fuel di Segrate, sparandogli alla schiena, a una manciata di ore dal delitto. A quanto emerso dalle indagini dei carabinieri di Sesto San Giovanni, la notte del 4 febbraio Cardenas è salito su una Fiat Punto intorno all’una, al confine tra Milano e Cinisello Balsamo. Poi ha inviato un messaggio al suo coinquilino, avvisandolo che sarebbe rientrato a casa con un cliente. Quella stessa Fiat Punto è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza della zona mentre si allontanava da casa della vittima, poco dopo l’una e trenta.

L’AUTO NEL PARCHEGGIO AZIENDALE
Gli inquirenti, come precisato dal procuratore capo di Monza Luisa Zanetti, «hanno esaminato migliaia di fotogrammi di immagini di videosorveglianza, per risalire all’auto dell’omicida».
Le precise caratteristiche della vettura, un faro molto luminoso, specchietti e fiancate colorate, non erano però sufficienti per identificare il proprietario. A dare la svolta alle indagini è stata l’impronta lasciata dal killer su una lattina di Coca cola trovata in casa della vittima, rivelatasi di Amato, già schedato per il tentato omicidio del trentacinquenne cinese. La sua penna pistola, esaminati i proiettili estratti dalla salma del transessuale e dal titolare del bar, è risultata la stessa. La Fiat Punto corrispondente agli accertamenti degli inquirenti è intestata al padre del killer, ed è stata trovata nel posteggio aziendale dove Amato l’aveva lasciata prima di essere arrestato.


 
© RIPRODUZIONE RISERVATA