Turista stuprata vicino alla stazione
resta incinta: quattro anni all'aguzzino

Roma, turista stuprata vicino Termini resta incinta: quattro anni all'aguzzino
Roma, turista stuprata vicino Termini resta incinta: quattro anni all'aguzzino
di Enrico Chillè
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Venerdì 20 Aprile 2018, 12:50 - Ultimo aggiornamento: 16:30
ROMA - Una sentenza che farà sicuramente discutere: un giovane bengalese è stato condannato a quattro anni e quattro mesi per aver stuprato una ragazza finlandese di 19 anni nei pressi della stazione Termini, a Roma. La giovane, subito dopo la violenza, avvenuta nel settembre dell'anno scorso, era ritornata in patria ma era rimasta incinta ed è stata costretta ad abortire.




Khann Saddam, 23enne lavapiatti e all'apparenza mite e tranquillo, aveva incontrato la giovane, nella capitale come ragazza alla pari presso una famiglia di Roma Nord, all'uscita di un locale di via Palestro. La giovane finlandese si trovava insieme ad un'amica e il bengalese si era offerto di riaccompagnarle a casa, riuscendo a convincere solo una delle ragazze. Dopo un breve tragitto a piedi, l'uomo aveva intimato alla ragazza di volere un bacio in cambio del passaggio in auto e la giovane, sottovalutando il pericolo, aveva acconsentito, ma quello non era bastato e da lì, in pochi istanti, si è passati alla violenza sessuale vera e propria, consumata in un angolo della strada. «All'inizio avevo rifiutato ma lui si era irritato» - ha dichiarato la giovane nell'interrogatorio davanti al pm Cristiana Macchiusi - «Pensavo che un bacio non fosse così grave e che lui, una volta accontentato, mi avrebbe riportato a casa».

Subito dopo lo stupro, la ragazza era fuggita da Roma per tornare a casa ma si è vista costretta ad abortire, dopo aver scoperto di essere incinta. Ieri il gup Flavia Costantini ha condannato il bengalese a quattro anni e quattro mesi in virtù del rito abbreviato e delle attenuanti riconosciute: «evidenti barriere culturali» tra la giovane finlandese e il 23enne, autore di una «aggressione animalesca», come riconosciuto anche dal pm Andrea Cusani. Decisamente insoddisfatta la legale di parte civile, Angela Leonardi: «Ritengo che questa condanna sia troppo bassa, a causa di questa violenza la mia assistita ha anche dovuto abortire e ora nel suo paese sta seguendo una terapia psicologica per una vicenda che fa ancora male e di cui non vuole più parlare».
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