Daniela, 49 anni, morta di aneurisma
per i medici si trattava di mal di schiena

Daniela, 49 anni, morta di aneurisma dopo una lunga agonia: per i medici si trattava di mal di schiena
Daniela, 49 anni, morta di aneurisma dopo una lunga agonia: per i medici si trattava di mal di schiena
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Lunedì 23 Aprile 2018, 16:30 - Ultimo aggiornamento: 19:15
ROMA - È morta dopo una lunga agonia, tra atroci sofferenze, per un aneurisma addominale che i medici avevano scambiato per lombosciatalgia, poco più di un banale mal di schiena. Daniela Sabbatini, 49 anni, di Roma, probabilmente poteva salvarsi, come denuncia oggi la sua famiglia.



La sorella di Daniela, Annamaria, racconta al Corriere della Sera la tragica vicenda della sorella, morta il 20 marzo scorso dopo due giorni di agonia. «Tutto è iniziato il 18 marzo, Daniela aveva leggeri dolori ai reni e alla gamba sinistra, ma qualche anno fa era stata operata per un'ernia e aveva sottovalutato il problema. Il medico di base le aveva prescritto la tachipirina, ma il dolore era aumentato» - spiega la donna - «La sera del giorno successivo, mio padre mi telefonò per dirmi che Daniela stava molto male: si contorceva dal dolore, sudava tantissimo e l'abbiamo dovuta cambiare tre volte prima di farla salire sull'ambulanza».

La corsa al pronto soccorso del Policlinico Casilino è stata tempestiva, ma Daniela aveva dovuto attendere ore prima di essere visitata. «Era su una sedia, con dolori terribili e l'ago della flebo era uscito dalla vena. Si è alzata per chiedere quanto mancava alla visita, ma è quasi svenuta. Mi hanno fatta uscire, sono rimasta con mio padre in sala d'attesa. Lei mi mandava messaggi per chiedermi aiuto, ma non potevo entrare», spiega ancora la sorella. I medici, poco prima dell'alba, chiedono ad Annamaria se Daniela soffrisse di problemi psichiatrici: lei risponde di no, ma la scena che le si presenta davanti è agghiacciante. 

«Quando l'ho vista mi sono spaventata. Era a letto, ancora cosciente ma tutta storta, un braccio blu e gonfio, una flebo infilata in un piede e continuava a lamentarsi per il dolore con un filo di voce, si contorceva, ma mi diceva grazie per essere lì e scusa, ripeteva, scusami. Mi guardava, ma gli occhi non erano più i suoi: lei li aveva azzurri, erano diventati di un grigio velato e la parte inferiore del corpo era livida, fredda» - aggiunge Annamaria - «I medici credevano fosse meningite e decidono di ricoverarla in rianimazione. La dottoressa che l'aveva visitata la prima sera mi ha detto di andare a salutarla, subito, prima che la portassero in reparto. Sono riuscita a dirle che dopo l'esame mi avrebbe trovata lì a aspettarla, lei ha annuito, non poteva più parlare. È stata l'ultima volta che l'ho vista viva».

Solo poche ore prima della morte di Daniela, i medici riescono a fare una diagnosi corretta: «Verso le 13 ci hanno detto che aveva un aneurisma addominale, con un inizio di ischemia celebrale e addensamento di sangue nei polmoni. C'erano pochissime speranze. Le avevano trovato anche una neoplasia ai polmoni, ma dissero che era l'ultimo dei problemi». L'agonia è durata per quasi tutto il pomeriggio, quando un medico disse alla madre di Daniela di prepararsi al peggio: «Non possiamo più salvarla, ma prima o poi tocca a tutti». Il decesso è stato registrato alle 18.35 di quel 20 marzo. La famiglia di Daniela ha chiesto l'autopsia ma il referto sarà pronto solo il 5 maggio.
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