Oggi è il "Cravatta Day", ecco
le più costose e i modi per annodarle

Courtesy of Espresso Communication Agency
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di Gustavo Marco Cipolla
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Giovedì 18 Ottobre 2018, 10:27 - Ultimo aggiornamento: 20:09

Accessorio maschile irrinunciabile per l'ufficio e per le grandi occasioni, antagonista del papillon e odiata da chi preferisce abbinare alla giacca solo una semplice camicia. Rubata dal guardaroba dei maschietti anche da lei che, con look androgini, ne fa uno strumento di femminilità accostato a capispalla over, quasi a dimostrare da businesswoman che in casa i pantaloni si è in due a portarli. La cravatta nell'immaginario collettivo è un must ready to day. Ma vi siete mai chiesti come è nata e dove? In occasione del “Cravatta Day”, che ricorre oggi 18 ottobre, ci siamo rivolti a Stefano Bigi, ad di Bigi Cravatte Milano.


 

 


«Un tempo la cravatta era considerata un accessorio da indossare in momenti in cui l’eleganza e la formalità erano d’obbligo - sostiene Bigi - Oggi tale tendenza è stata sdoganata e la cravatta, oltre a ricoprire un ruolo fondamentale nel vestire classico, ha iniziato ad essere utilizzata anche per donare un tocco di personalità ad outfit più casual ed informali, da sfoggiare durante il tempo libero, diffondendosi anche tra i giovanissimi».

Colorate, a righe e pois o dalle fantasie bizzarre che rendono meno noiose le giornate lavorative, dal 2003 le cravatte sono addirittura protagoniste di una giornata di festa a loro dedicata. La scelta della data non è casuale e si fa coincidere con il giorno in cui l'"Academia Cravatica" avvolse intorno all’arena romana di Pola, in Croazia, una gigantesca cravatta rossa (lunga 808 metri e larga 25), per celebrare il simbolo dell'identità nazionale. Icona di eleganza per eccellenza, tanti sono i miti e le curiosità che ruotano attorno alla cravatta. Ad esempio nel 1661 Re Luigi XIV istituì la figura del cravattaio di Sua Maestà che aiutava il sovrano ad annodarla (e no, non era proprio sobria ed essenziale). Così fu poi imitato dalla Duchessa di La Vallière che ne realizzò una adatta alle donne con una preziosa stoffa. La prima cravatta da club risale al 1880, quando un gruppo di studenti di un college di Oxford decise di togliere i nastri dai loro cappelli di paglia e di annodarli intorno al collo.

C'è chi come il matematico svedese Mikael Vejdemo-Johansson ha individuato 177.147 nodi possibili elaborati secondo studi aritmetici complessi e un generatore di nodi online, mentre la cravatta più costosa del mondo è la "Suashish" creata da Satya Paul per il gruppo Suashish Diamond. Il prezzo? Quasi 200mila euro, realizzata in seta e impreziosita con 150 grammi d'oro e 271 diamanti. Per chi ama il lusso.

Da Magritte a Modigliani la cravatta è stata poi musa ispiratrice di artisti e pittori, tant'è che nel 2017 l'israeliano Michal Cole, in un'opera di denuncia contro il maschilismo, ha tappezzato un'intera stanza con 45 tonnellate di cravatte durante la Biennale di Venezia. Da l'Orso Yoghi a Fred Flintstone, passando per Arsenio Lupin, Harry Potter e il simpatico Armando de “La Pimpa”, la cravatta nei cartoni animati e nei film d'animazione diventa un gioco che affascina anche i più piccoli, mentre sul grande schermo da Stanlio e Ollio fino ai Blues Brothers ci sono anche le cinquanta sfumature della cravatta di Christian Grey che le signore apprezzano.

La cravatta diventa quasi un rito (per alcuni è un cappio) ma già nell'antichità, secondo culti e credenze del passato, gli egizi usavano legare intorno al collo dei defunti un lembo di stoffa con il nodo di Iside. Quasi ad invocarne protezione nell'aldilà. Per i militari dell'esercito di Xian in Cina, invece, divenne una sorta di bandana simile a quella degli ufficiali della Roma Imperiale. Le leggende sulla cravatta sono infinite, buona cravatta a tutti.
 

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