Rivendevano la droga squestrata
I carabinieri arrestano quattro colleghi

Carabinieri arrestati dai colleghi
Carabinieri arrestati dai colleghi
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Mercoledì 10 Febbraio 2016, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 18:24
ROMA - Una notizia che si sta velocemente diffondendo e che sta suscitando rabbia e forte amarezza. Quattro carabinieri sono arrestati a Roma perchè accusati di aver rivenduto droga che avevano sequestrato in operazioni di servizio. Ad arrestare i quattro militari sono stati i loro stessi colleghi del comando provinciale di Roma.

Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio i quattro carabinieri del Nucleo investigativo arrestati a Roma. A scoprire le loro attività ed a procedere agli arresti sono stati i loro stessi colleghi di via In Selci. In carcere anche cinque confidenti dei carabinieri. Nel corso di perquisizioni nelle abitazioni dei militari sono stati sequestrati materiali da taglio. Ad occuparsi, in procura, della vicenda è il procuratore aggiunto Michele Prestipino, della Dda il quale ha espresso gratitudine ai Carabinieri che hanno eseguito gli arresti «per la loro professionalità nello svolgimento di indagini così delicate».

  Arrivavano a guadagnare fino a 25 mila euro alla volta nella vendita di sostanze stupefacenti i carabinieri infedeli del reparto investigativo di Roma arrestati oggi su ordine del gip Valerio Savio. In totale sono circa una ventina gli episodi contestati ai sottufficiali Antonio De Cristofaro, Massimiliano Marrone, Bruno Sepe e Claudio Saltarelli, che avrebbero venduto, tra il maggio e il settembre dell'anno scorso, hashish, cocaina e marijuana frutto di sequestri effettuati nei mesi scorsi. Nell'indagine risultano indagate complessivamente 14 persone. Il modus operandi utilizzato era sempre lo stesso: i carabinieri acquisivano le sostanze poste sotto sequestro e le consegnavano a pusher di loro fiducia di cui alcuni finiti in manette oggi. Gli spacciatori, una volta venduta la droga, consegnavano ai carabinieri il guadagno. In alcuni casi le cifre raggiunte hanno sfiorato i 25 mila euro. Agli arresti viene contestato anche il reato di peculato sia per la sostituzione delle sostanze con altre di qualità inferiore sia per l'appropriazione della droga sotto sequestro.
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