Palazzine abbandonate e diventate i labirinti del malaffare. Allarme a due passi dallo stadio Ballarin

San Benedetto, polizia locale e carabinieri fuori le palazzine del malaffare. Allarme, i residenti chiedono un nuovo blitz
San Benedetto, polizia locale e carabinieri fuori le palazzine del malaffare. Allarme, i residenti chiedono un nuovo blitz
di Emidio Lattanzi
2 Minuti di Lettura
Sabato 1 Ottobre 2022, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 10:22

SAN BENEDETTO - Sono diventate il quartier generale del malaffare. «C’è un via vai costante di persone. Entrano, escono. Si tratta di più di un soggetto che popola quelle palazzine notte e giorno». Sono le parole di chi opera nella zona che si trova a cavallo tra l’area portuale e quella del Ballarin  a San Benedetto e che, quotidianamente, osserva un intenso traffico di persone che entrano ed escono dall’area delle palazzine in eterna costruzione (il cantiere è fermo da quasi una trentina d’anni) che si trovano tra via Vespucci e via Pigafetta. 

 
 
Strutture enormi che già in passato erano state la sede di senzatetto che avevano eletto quelle voluminose palazzine completamente vuote a propria residenza. C’era anche stato un blitz, qualche anno fa, che aveva portato all’allontanamento di alcuni soggetti e al rafforzamento della recinzione. Ora però la situazione sembra essere addirittura peggiorata rispetto a quella precedente a quel blitz.

Si parla di venti, se non addirittura trenta persone (sia straniere che italiane) che bivaccherebbero nella grande struttura che si trova alle spalle del Ballarin. Ieri polizia locale e carabinieri hanno effettuato un sopralluogo esterno trovando anche un varco aperto sul lato di via Vespucci attraverso il quale chiunque può agevolmente entrare. 

Nei prossimi giorni le forze dell’ordine dovrebbero entrare all’interno di quelle palazzine per verificare la situazione e capire cosa effettivamente accada tra quelle mura. Purtroppo il complesso è da anni in stato di abbandono dopo l’avvio dei lavori avvenuto negli anni Novanta. Un’area, quella, che proprio in virtù del degrado che la contraddistingue, ha creato e continua a creare problemi e che fa il paio con l’altro “ecomostro”, quello di via Calatafimi: l’ex deposito di frigoriferi per lungo tempo covo di balordi e spacciatori, per il quale il quartiere da tanti anni ormai chiede una soluzione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA