ASCOLI È guerra aperta tra Coldiretti Ascoli-Fermo e l’Ambito territoriale sociale di Ascoli, ente preposto alla gestione faunistico-venatoria. Motivo di scontro la gestione della fauna selvatica, considerata inefficace. Coldiretti, nell’Atc rappresenta un quarto della compagine sociale, composta dalle organizzazioni agricole, ambientaliste e venatorie. Con questo attacco dà voce alle migliaia di agricoltori allo stremo e che da anni denunciano disastri alle coltivazioni senza ottenere risultati tangibili. Con perdite di centinaia di migliaia di euro l’anno.
L’affondo
«L’Atc dovrebbe garantire un’efficace attività di contenimento della popolazione del cinghiale per consentire agli agricoltori di svolgere il proprio mestiere, invece continuano a prevalere interessi di bottega e atteggiamenti divisivi - denunciano il presidente Coldiretti Stefano Mazzoni e il direttore Francesco Goffredo. - Alcune iniziative debbono essere prese dalla Regione Marche, ma tante altre sono onere dell’Atc, che non può continuare ad agire come se la braccata, tra l’altro censurata fra le tecniche di controllo del cinghiale con una recente e assurda sentenza del Tar delle Marche, fosse l’unico metodo efficace per contenere la popolazione degli ungulati.
Tutte le strategie consentite vanno incentivate: braccata, girata, autotutela del fondo agricolo, gabbie di cattura e selecontrollo fino ad arrivare al coinvolgimento dell’esercito.