Ascoli, per il fallimento della Novico
risarcimento di 4 milioni e condanne

Una manifestazione delle maestranze
Una manifestazione delle maestranze
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Giovedì 15 Febbraio 2018, 06:05
ASCOLI - Si è concluso ieri pomeriggio davanti al collegio giudicante del tribunale di Ascoli (presidente Marco Bartoli, a latere Claudia Di valerio e Annalisa Giusti) il processo di primo grado sul fallimento della Novico, azienda della zona industriale di Ascoli che produceva aghi e siringhe. Nella precedente udienza il pubblico ministro Umberto Monti aveva chiesto otto anni di carcere per Antonio Luigi Montagna, amministratore di fatto della società, e per Giancarlo Bernardi, socio della stessa azienda; quattro anni ed otto mesi per Rosaria Di Felice, formale amministratrice dell’azienda, e tre anni e quattro mesi per Marco Montagna, figlio di Antonio.
Il collegio giudicante ha confermato otto anni per Antonio Montagna, sei anni per Giancarlo Bernardi, quattro anni a testa per gli altri due imputati. Inoltre, i primi due sono stati interdetti per sempre dai pubblici uffici e cinque anni per Montagna junior e Rosaria Di Felice. Inoltre è stata fissata in quattro milioni la provvisionale a favore delle parti civili. I quattro imputati dovevano rispondere, a vario titolo, dei reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. In sede di udienza preliminare, poi, Susanna Amicucci, amministratrice della Ico Medical, aveva patteggiato una pena ad un anno e mezzo, pena poi sospesa. Nel processo sono stati parte civile i curatori fallimentari di Novico, Icomedical Esperia e cooperativa Iside (quest’ultime due vantano sostanziosi crediti, mai onorati). Sin dall’ottobre 2008 Montagna senior e Bernardi avrebbero messo in atto una serie di operazioni, presumibilmente mirate, che portarono quasi del tutto all’azzeramento del patrimonio che aveva all’epoca la Novico. 
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