ASCOLI - Sono confusi e perplessi alcuni imprenditori che hanno le loro aziende lungo la zona industriale di Ascoli dopo che, in questi giorni, si sono visti recapitare le fatture del Piceno Consind relative ai servizi di depurazione del secondo trimestre del 2022. Non ci sarebbe nulla di male se non fosse che dal prossimo 1 aprile la gestione della depurazione industriale passerà totalmente in capo alla Ciip che per quella data rientrerà in possesso anche dell’ultimo depuratore, quello di Campolungo, ancora in mano al Consind.
questo impianto di depurazione è al centro di un braccio di ferro tra i due enti che sta raggiungendo livelli di tensione elevatissimi e che nelle prossime settimane rischia di deflagrare in maniera dirompente. In mezzo, adesso, si trovano gli imprenditori che si sono visti arrivare le fatture del Consind relative ai mesi di aprile, maggio e giugno che di fatto, stando a quanto stabilito dalla Regione Marche e confermato dall’Ato, riguardano un periodo in cui quel servizio verrà garantito dalla Ciip che, pertanto, provvederà a sua volta a fatturare. Nel corso dell'ultima riunione del comitato ristretto dei sindaci, promossa dal presidente della Provincia Sergio Loggi che aveva vestito i panni del mediatore per cercare di trovare una soluzione alla controversia in atto, le posizioni tra le parti erano ancora distanti.
Intanto, la Ciip ha stretto un accordo con il Consorzio di bonifica delle Marche che gestisce il bacino imbrifero di Gerosa. Per fronteggiare eventuali crisi idriche che potrebbero verificarsi in futuro, la società che si occupa del ciclo integrato delle acque si è impegnata ad utilizzare la risorsa di quell’invaso, riconoscendo un corrispettivo in base al consumo effettivo. Un accordo che, da quanto trapela, dovrebbe avere una durata decennale e che potrebbe dimostrarsi vantaggioso per entrambi. La Ciip, all’occorrenza, avrebbe a disposizione una risorsa idrica importante da poter utilizzare in caso di necessità, allontanando il rischio di dover procedere con una eccessiva razionalizzazione dell’acqua. Ne gioverebbe, al tempo stesso, anche il Consorzio di bonifica delle Marche che avrebbe così l’opportunità di un ulteriore introito finanziario.