Enrica Ciabattoni (presidente Sib Ascoli): «Le estati nella pensione dei miei genitori, ma io mai abbronzata»

Enrica Ciabattoni (presidente Sib Ascoli): «Le estati nella pensione dei miei genitori, ma io mai abbronzata»
Enrica Ciabattoni (presidente Sib Ascoli): «Le estati nella pensione dei miei genitori, ma io mai abbronzata»
di Luigina Pezzoli
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Domenica 24 Marzo 2024, 11:08 - Ultimo aggiornamento: 15:56

La sua è una famiglia di albergatori. A Enrica Ciabattoni stare a contatto con le persone, servire ai tavoli oppure dietro al bancone di un bar viene quasi spontaneo. Tanto che la sua dedizione alla professione la porta a ricevere l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica nel 2015. Onesta, sorridente e gentile con i clienti: è questo che le ha sempre detto suo padre fin da quando ha iniziato a lavorare nella struttura ricettiva da lui fondata, e lei non ha mai dimenticato queste parole. Presidente del Sib, Sindacato italiano balneari della provincia Ascoli Piceno e vice presidente di Confcommercio per la sede di San Benedetto, Enrica era poco più che una ragazzina quando, durante le estati, aiutava papà Dante e mamma Maria nel bar ristorante della pensione Nettuno a Porto d’Ascoli, all’inizio degli anni Sessanta.

La pensione

«Le mie estati le trascorrevo nella pensione dei miei genitori. Le ore passavano senza che me ne rendessi conto. Mi è sempre piaciuto lavorare a contatto con il pubblico, servire ai tavoli e instaurare anche dei rapporti di amicizia che poi si sono consolidati nel tempo. Ricordo che le sere d’estate, a differenza di molte mie amiche, non potevo rientrare troppo tardi perché poi il giorno dopo dovevo alzarmi presto per aiutare la mia famiglia insieme alle mie tre sorelle. Così quando a settembre tornavo a scuola tutti i miei compagni di classe erano abbronzati, mentre io no. Ma questo non mi è mai pesato, ho sempre amato questo lavoro. A volte capitava, durante il giorno, che conoscessi ragazze e ragazzi che soggiornavano da noi, ma poi con loro trascorrevo anche quelle poche ore di tempo libero, ed ecco che si creava un clima di amicizia. Insomma non c’era un orario di lavoro ben definito, considerando anche il fatto che a quel tempo molte famiglie facevano la pensione completa. Molti i clienti provenivano dal Nord Italia, e poi tanti austriaci e soprattutto viennesi. I più generosi lasciavano qualche mancia, parliamo di 200, 500 lire – sorride Enrica - Sicuramente sono stati dei bellissimi periodi, e non solo professionalmente».

L’amore

Ed è proprio lavorando nella sua struttura che ha conosciuto Bruno, allora ragazzo che faceva il cameriere e che poi sarebbe diventato suo marito. «Insieme abbiamo costruito una bella famiglia, siamo genitori di Dante Davide e Francesca Maria, e nonni di cinque splendidi nipoti».

Il tempo passa ma alcune famiglie, anche straniere, a distanza di tanti anni continuano a tornare. «Ancora oggi nella nostra struttura ospitiamo clienti che magari venivano in vacanza da noi con i loro nonni, quando loro erano poco più che dei bambini. All’epoca non c’erano ancora gli smartphone così per avere notizie di un’amica che magari avevo conosciuto d’estate dovevo aspettare una chiamata al telefono di casa, quando la privacy non era così scontata, oppure scrivere delle lettere e aspettare qualche giorno prima di ricevere la risposta. C’era un senso dell’attesa che oggi sembra quasi impossibile sopportare». L'imprenditrice sambenedettese ha frequentato le scuole medie Luciano Gabrielli, oggi sede dell'istituto alberghiero e tra i compagni di classe aveva l’attuale presidente della Confcommercio provinciale, Fausto Calabresi.

La gita

«Una volta andammo in gita al Parco nazionale d’Abruzzo, un bellissimo luogo che invito a visitare». Terminate le medie frequenta l’istituto Capriotti «nei primi anni le lezioni si tenevano nella sede distaccata vicino alla stazione di San Benedetto, poi ci siamo spostati nell’attuale edificio scolastico a Porto d’Ascoli. Sia alle medie che poi alle superiori mi sono sempre spostata con i mezzi, mio padre raccomandava a me e alle mie sorelle di sapercela risolvere da sole». Erano gli anni delle prime uscite. «Che emozione andare al cinema Calabresi quando le sere d’estate si apriva il tetto e guardavamo i film sotto un cielo stellato. Tra le pellicole indimenticabili dell’epoca sicuramente “Il delitto Matteotti” del 1973, diretto da Florestano Vancini. Una volta con la scuola ci portarono a vedere il gruppo musicale del momento, L'Equipe 84 e poi anche tante commedie».

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