Strage in disco, chi c'era alla Lanterna
Azzurra? Analisi su una dozzina di cellulari

Strage in disco, chi c'era alla Lanterna Azzurra? Analisi su una dozzina di cellulari
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 18 Dicembre 2018, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 10:40
ANCONA - Chi c’era quella notte alla Lanterna Azzurra? Come si sono mossi protagonisti e comprimari del tragico 7 dicembre griffato Sfera Ebbasta? Quando sono arrivati nel clubbing di via Madonna del Piano a Corinaldo? Lo diranno i tracciati dei telefonini, dopo che ieri la Procura presso il tribunale per i minorenni di Ancona ha affidato l’incarico di una perizia su cellulari e altri dispositivi elettronici, quattro in tutto, del 17enne di Senigallia indagato per omicidio preterintenzionale plurimo e lesioni dolose e colpose, in quanto sospettato di aver spruzzato spray al peperoncino scatenando il panico. A ricostruire contatti, mail e altre tracce nella memoria degli spartphone sarà l’analista forense Luca Russo, un esperto che ha già lavorato come consulente dei pm su indagini delicate, come quella sulla morte di Pamela Mastropietro a Macerata.
Entro 30 giorni, il dottor Russo dovrà ricostruire a ritroso il vissuto dell’indagato rimasto nelle memorie dei suoi telefonini e dettagliare, in base alle celle telefoniche agganciate, tempi e spostamenti, soprattutto nella tragica notte prima dell’Immacolata. Nell’incarico di consulenza, conferito ieri alla presenza di uno dei difensore del 17enne indagato, l’avvocato Andrea Mone, e dei legali di alcune vittime, c’è una lista di numeri.
  
Si tratta presumibilmente degli ultimi contatti, sembra almeno una dozzina, ritrovati nella rubrica telefonica del 17enne indagato ora a piede libero, entrato in una comunità per scelta della famiglia dopo essere rimasto cinque giorni nel centro di prima accoglienza del Tribunale di via Cavorchie a seguito di un arresto per droga. In quell’elenco di utenze telefoniche ora da passare ai raggi X potrebbero figurare dunque dei testimoni, in grado di confermare o smentire la versione del minorenne senigalliese, che giura di aver trascorso la notte tra il 7 e l’8 dicembre insieme alla fidanzata, in un’altra discoteca della zona, ma non alla Lanterna di Corinaldo. Quanti di quegli smartphone erano accesi nella Lanterna Azzurra, dove almeno 1.300 persone, secondo alcune stime, si accalcavano aspettando Sfera Ebbasta?
Ricostruire la ragnatela di contatti telefonici del 17enne indagato potrebbe servire, oltre a riscontrare alibi e testimonianze, anche a togliersi gli ultimi dubbi sulla presenza di possibili complici. Per ora l’adolescente senigalliese, maggiorenne tra qualche mese, sarebbe l’unico indagato nel filone che riguarda lo spray al peperoncino. Il movente potrebbe essere legato a un paio di furti di braccialetti e catenine denunciati quella sera da giovani scampati alla calca. Ma il Procuratore dei minori Giovanna Lebboroni, almeno nei primi giorni dell’indagine, non aveva escluso a priori l’ipotesi di una baby gang capace di approfittare del caos scatenato con le sostanze urticanti per derubare ragazzini più piccoli. «Si tratta di un fenomeno analizzato in altre zone d’Italia e non escludiamo si possa essere verificato anche qui, ma al momento non vi sono evidenze investigative», aveva detto in conferenza stampa la titolare dell’inchiesta sul filone che riguarda l’episodio che ha scatenato la ressa infernale alla Lanterna Azzurra.
Ma seguiranno altre perizie, come quella sul tipo di sostanza urticante diffusa all’interno della discoteca poco dopo la mezzanotte e 30 di quella serata prefestiva. Già durante le autopsie eseguite mercoledì mattina gli specialisti di Medicina legale di Torrette hanno prelevato reperti per rilevare eventuali tracce di sostanze depositate sul corpo, da esaminare poi nei laboratori del Ris, per capire cosa si sia diffuso all’interno del locale quando è scattato l’allarme. Stesso tipo di esami sarà svolto anche sugli indumenti sequestrati al 17enne indagato quando i carabinieri di Senigallia, all’indomani della strage, lo arrestarono in un residence insieme a due ragazzi di 22 e 27 anni, trovati con due etti di cocaina e hashish nella stanza.
E i carabinieri nei giorni scorsi hanno diffuso appelli ai ragazzi sopravvissuti alla strage, soprattutto a quelli a cui erano state diagnosticate irritazioni da spruzzata ravvicinata, affinché portino in caserma gli indumenti indossati quella notte prima di metterli in lavatrice. E si andrà in cerca di sostanze urticanti anche all’interno della discoteca di Corinaldo, messa sotto sequestro. Un’altra consulenza tecnica sarà affidata per rilevare eventuali impronte digitali sulla bomboletta di spray al peperoncino da 15ml sequestrata nella pista da ballo subito dopo la drammatica evacuazione costata sei morti e più di 80 feriti.
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