Tassista parla male del sindaco
Mangialardi: «Ora ti denuncio»

Tassista parla male del sindaco Mangialardi: «Ora ti denuncio»
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Mercoledì 23 Agosto 2017, 06:22
SENIGALIA - Un tassista, un sindaco e un regista. Sono i protagonisti di una vicenda kafkiana, avvenuta in città, su cui un giudice sarà chiamato ad esprimersi. Il regista, finito di mezzo suo malgrado, è Pupi Avati e chissà se da questa storia non prenderà spunto per il suo prossimo film. storia.

Domenica sera, terminato lo spettacolo alla Rotonda, Pupi Avati ha preso un taxi per tornare in albergo. Nel tragitto il tassista avrebbe espresso giudizi non proprio lusinghieri sul primo cittadino. Il giorno dopo però è stato contattato da Mangialardi che, basito per le frasi che gli erano state pronunciate, ha fatto le proprie rimostranze annunciando querela. Cosa che è intenzionato a fare, come ha ribadito anche ieri in Giunta. Il tassista però non ha gradito la comunicazione e ha inserito su Facebook un post per informare la cittadinanza dell’accaduto. Ha ammesso si di aver fatto qualche critica: «Ho esposto il giudizio dei cittadini sul suo operato». Se l’è presa poi con il regista, pensando fosse stato lui a riferire al sindaco della conversazione.

«L’artista non ha avuto alcun contatto con il sindaco – spiegano dall’ufficio stampa del festival Press Office & Comunication – è andato direttamente in albergo. «Sul taxi però erano presenti un assessore e un dirigente, come abbiamo avuto modo di verificare accertando l’accaduto, quindi è presumibile ritenere che uno di loro abbia riferito la conversazione al sindaco. Pupi Avati è completamente estraneo a questa vicenda che lo vede, suo malgrado, tirato in ballo». Probabilmente il tassista non conosceva il dirigente e non ha riconosciuto l’assessore. Sta di fatto che le sue frasi pronunciate all’indirizzo del sindaco non sono state affatto gradite e il primo cittadino non intende soprassedere.

«Mi ha detto che sarebbe andato dai carabinieri e avrebbe provveduto a querelarmi – prosegue il tassista riferendosi alla conversazione infuocata avuta con il sindaco - in quanto io espleto un servizio pubblico e quindi, secondo il suo personalissimo modo di ragionare, non posso esprimere giudizi su di lui». Non sono mancate dimostrazioni di solidarietà verso il lavoratore.
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