SENIGALLIA - Ladri scatenati a Montignano, dove si sono introdotti a casa dell’artista Lorenzo Marconi e nello studio della dottoressa Margherita Angeletti. Hanno fatto irruzione anche in una terza abitazione. E’ accaduto nel tardo pomeriggio di sabato in via Oberdan. I residenti si sono accorti più tardi, al rientro a casa, mentre la dottoressa è stata avvisata al telefono, dal momento che lo studio era chiuso. Tanti i danni, compresa una parete tagliata per crearsi un varco. Sono fuggiti portando via solo un anello in oro.
Il racconto
«Dovrebbero aver agito tra le 18.30 e le 19.45 – racconta Lorenzo Marconi, vincitore della migliore maschera del Giovedì grasso del Carnevale di Venezia -.
Hanno agito indisturbati nel centro della frazione in un orario in cui c’è movimento ma nessuno, purtroppo, si è accorto. «Una volta entrati hanno sfondato la porta d'ingresso – prosegue Marconi – e messo l'intera casa sottosopra. Hanno rubato la fede di mio padre. Abbiamo scoperto l'accaduto una volta tornati dal negozio. È stato un trauma, ti senti come violentato».
Il padre, che abita con lui, aveva deciso sabato pomeriggio di accompagnarlo in negozio, all’Orientexpress nel centro storico di Senigallia, dove sono rimasti fino alla chiusura. Dettaglio che, forse, non è sfuggito ai malviventi. «Mio padre era con me ed è stato lui a scoprire l’accaduto – aggiunge – mentre io portavo l’auto in garage». Non gli è rimasto altro da fare che chiamare i carabinieri, subito intervenuti per un sopralluogo. «Da me hanno fato solo danni – racconta la dottoressa Margherita Angeletti –, hanno forzato la porta e poi hanno tagliato una parete dell’antibagno in cartongesso. Forse pensavano che conducesse a qualche appartamento, invece era solo interna allo studio. Hanno rovistato nei cassetti, dove avevo tutto archiviato: non hanno però preso nulla anche perché è uno studio medico, non c’è niente di valore da rubare».
La paura
«Mio padre si è spaventato molto - ammette Lorenzo Marconi -. Lui ha vissuto sempre a Montignano dove era abituato a lasciare le chiavi sulla porta oppure addirittura non la chiudeva neanche. C'era un clima di amicizia e fiducia. Queste cose non le concepisce. I carabinieri ci hanno detto che la banda tiene sott'occhio le abitudini delle persone, prima di agire, e questo è molto inquietante». Al trauma di vedere violate le proprie abitazioni, dove chiunque vorrebbe sentirsi al sicuro, si aggiunge quindi la paura di essere osservati, spiati nei propri movimenti, da chi non attende altro che trovare campo libero per entrare in azione.