SENIGALLIA Cinque giornate di squalifica per il campo del settore giovanile della Pallacanestro Montegranaro dopo la partita di venerdì pomeriggio a Senigallia. La squadra è stata punita perché il padre di un suo giocatore ha aggredito l’arbitro, dopo l’espulsione del figlio. Sette i giorni di prognosi riportati dal 18enne arbitro fanese, pronto a sporgere denuncia. Stava attenendo solo la decisione della giustizia sportiva, arrivata ieri.
I motivi
I provvedimenti disciplinari assunti riguardano cinque gare di squalifica per il Montegranaro «per invasione del campo di gioco, commessa da individuo isolato con aggressione – riporta la motivazione - per lesioni subite dall'arbitro aggredito con prognosi di 7 giorni, come da certificato medico del pronto soccorso dell’ospedale S.
Erano, infatti, assenti i divisori tra il pubblico e il campo di gioco. E’ stato fissato il termine perentorio di sette giorni per il ripristino e l'adeguamento delle prescrizioni regolamentari. Stando a quanto ricostruito, il padre di un 14enne, espulso dopo aver dato un calcio a una panchina per aver commesso cinque falli, è entrato in campo e ha aggredito l’arbitro con una manata al volto. E’ stato poi prontamente fermato dai dirigenti.
«Abbiamo preso subito le distanze da quanto accaduto – commenta Fabrizio Vitali, presidente del settore giovanile della Pallacanestro Montegranaro - con il genitore non c’è stato modo di confrontarsi, non si è scusato per quanto accaduto. Non essendo un nostro tesserato, come squadra non possiamo prendere alcun tipo di provvedimento. Solo un eventuale Daspo potrà impedirgli di tornare a seguire le partite». Decisione, quella del Daspo, di competenza del questore.
L’incontro
Proprio ieri sera la squadra aveva in programma un incontro per discutere dell’accaduto e dei provvedimenti disciplinari che stavano attendendo. Immaginavano infatti che sarebbe arrivata una squalifica anche se non sapevano di che portata. «Posso dire che i ragazzi soffrono la presenza dei genitori durante le partite – prosegue il presidente – ne abbiamo parlato con loro e otto su dieci ci hanno detto che preferirebbero non ci fossero». Giocherebbero, insomma, più sereni senza i genitori tra il pubblico.