Svolta nell'indagine sulla morte del veterinario
Fermato il giovane ascolano che era con lui

Svolta nell'indagine sulla morte del veterinario Fermato il giovane ascolano che era con lui
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Lunedì 22 Maggio 2017, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 08:28

OSIMO - Fermato il giovane ascolano che viaggiava sull'ambulanza per gli animali con il veterinario ucciso. Il 23enne ascolano Valerio Andreucci dopo un interrogatorio andato avanti fino a tarda notte è stato condotto poco fa nel carcere di Montacuto. Il provvedimento di fermo gli è stato notificato nella caserma dei carabinieri di Osimo. La sua versione dell'agguato mortale di quattro persone - cui lui sarebbe scampato riuscendo a fuggire - è apparsa fin dal primo momento lacunosa.


Avrebbe fatto tutto da solo Valerio Andreucci il giovane ascolano fermato stamani per l'omicidio del veterinario Olindo Pinciaroli, ammazzato a coltellate ieri mattina a Osimo, durante un viaggio di lavoro intrapreso insieme all'assistente a bordo di un'ambulanza veterinaria. Dopo il delitto, sul movente del quale trapelano ancora poche indiscrezioni, Andreucci avrebbe inventato l'assalto di un commando di 4 rapinatori lungo la via Chiaravallese. «Io sono riuscito a mettermi in salvo» aveva raccontato ai familiari al telefono, chiedendo che andassero a prenderlo. Poi il lungo interrogatorio notturno, mentre i carabinieri raccoglievano elementi che hanno indotto il pm a disporre il fermo per gravi e concordanti indizi di colpevolezza.

LA VITTIMA
Un veterinario esperto di cavalli, Olindo Pinciaroli, 54 anni ancora da compiere, casa a Montelupone e ambulatori nella zona, è stato ucciso a coltellate ieri mattina nelle campagne di Osimo, in località Villa, sulla strada per Polverigi. Il suo collaboratore ascolano, 23 anni, che viaggiava con lui e guidava l'ambulanza veterinaria, finito in carcere a Montacuto, era stato rintracciato dai carabinieri solo dopo il ritrovamento del cadavere e interrogato a lungo in caserma, fino alla svolta: il provvedimento di fermo che ha fatto aprire per lui le porte del carcere. È lievemente ferito alle mani e a una gamba, e ha il segno di una botta alla tempia. Nel suo racconto ci sono stati sempre aspetti da chiarire. «La nostra ambulanza è stata affiancata da un'auto, sono scese quattro persone e ci hanno aggredito» ha detto il ragazzo, parlando anche di una rapina finita male.
Una versione che non ha mai convinto appieno magistrato e carabinieri.

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