Chiusa in casa per cinque giorni
a causa di un guasto all’ascensore

Chiusa in casa per cinque giorni a causa di un guasto all’ascensore
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Giovedì 27 Luglio 2017, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 15:30
OSIMO - Una disabile di 72 anni è stata costretta a rimanere rinchiusa nella propria abitazione per quasi cinque giorni a causa dell’ascensore rotto. Victoria Miler, argentina trapiantata a Osimo da circa 25 anni, ha vissuto giorni d’ansia dopo che, venerdì mattina, l’ascensore del palazzo di edilizia popolare in via Andrea da Recanati, zona San Marco, è andato fuori uso. Per ripararlo, col weekend di mezzo, ci sono voluti cinque giorni: solo martedì pomeriggio l’ascensore è tornato funzionante e la donna è potuta scendere dalla propria casa, che si trova al primo piano.

«Con quel caldo ho avuto tanto spavento, da un anno poi sono vedova –racconta Victoria-. Sono stata costretta a restare in casa perché la mia carrozzina non ha le ali». Per starle vicina c’è stata una sorta di gara di solidarietà. L’amica Lucia l’ha passata a trovare ogni giorno portandole anche del gelato per refrigerarla, il Café del Corso, dove è cliente abituale, saputo che era costretta in casa dall’ascensore fuori uso le ha fatto recapitare delle paste per la colazione, mentre la polizia municipale da lei contattata le ha garantito ogni aiuto anche materiale in caso di necessità, come medicinali o spese alimentari.

«Fortunatamente - ha confessato la 70enne - non ce n’è stato bisogno, ma per me che sono sola, ipertesa e malata di poliomelite da 12 anni sono stati giorni paura, perché se succedeva qualcosa nel palazzo non avrei potuto muovermi». Per questo ha chiamato il Comune, proprietario dell’alloggio: «I servizi sociali che mi conoscono bene hanno sollecitato più volte la riparazione ma solo martedì sono venuti a sistemare l’ascensore, mi auguro che non riaccada più di fare attendere un disabile così tanto tempo per farlo sentire libero di muoversi».

Victoria ne approfitta per lanciare un grido d’allarme: «Osimo è poco sensibile ai disagi di noi disabili, in centro storico sono l’unica che gira con la carrozzina elettrica, mi conoscono tutti e tutti sanno che spesso devo restare fuori dai palazzi per le barriere architettoniche». Ad esempio quando ha bisogno dei servizi sociali, l’assistente è costretta a scendere in piazza perché la carrozzina di Victoria non c’entra nell’ascensore, così come sono off-limits i negozi del centro.
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