Case fantasma e annunci trappola
Truffatori delle vacanze sott’assedio

Case fantasma e annunci trappola Truffatori delle vacanze sott’assedio
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Mercoledì 20 Settembre 2017, 06:35
NUMANA-  I carabinieri sembrano aver ingaggiato una battaglia contro i furbetti delle case vacanze. Due le operazioni che riguardano la riviera del Conero. Lunedì i militari dell’Arma, hanno infatti portato a conclusione due distinte indagini concernenti il fenomeno degli annunci beffa . Nella mattinata i carabinieri, al culmine di accertamenti di polizia giudiziaria dopo una denuncia per truffa subita da un 57enne di Udine e presentata lo scorso mese di agosto negli uffici dell’Arma di Numana, hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia due donne di Reggio Emilia.

Sono finite nei guai una 49enne di Giffoni Valle Piana e un 52enne di Reggio Emilia accusate di truffa e favoreggiamento. La prima nei mesi tra giugno e agosto, utilizzando un annuncio su noti siti internet, ha truffato più persone facendosi accreditare su due carte post-pay a lei in uso, somme di caparre per l’affitto di abitazione estive a Numana, di fatto inesistenti, incassando per ogni singolo truffato circa 400 euro, la seconda, dagli accertamenti eseguiti, in cambio di un corrispettivo in denaro pari a 100 euro al mese aveva attivato a suo nome le carte prepagate, cedendole all’altra per commettere le truffe. 

Nel tardo pomeriggio di lunedì invece i carabinieri di Numana, dopo quattro denunce per il reato di “Truffa” subite da altrettanti turisti, sporte lo scorso mese di agosto, sempre negli uffici dell’Arma, hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona con l’accusa di truffa aggravata e continuata un uomo di 42 anni nato e residente a Torino. Dalle indagini eseguite dai Carabinieri è emerso che, specie nel mese di agosto, aveva pubblicato su vari siti internet, annunci trappola per affitti di appartamenti di Numana e Sirolo dei quali non aveva la disponibilità. Successivamente si faceva accreditare, dai malcapitati, le caparre su codici IBAN corrispondenti a carte di credito intestate ad ignare terze persone, incassando per ogni singolo truffato circa 350 euro, con un danno complessivo di 1.400 euro. 
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