Aggrediti dopo la discoteca, arriva
la doppia condanna per i rom

Aggrediti dopo la discoteca, arriva la doppia condanna per i rom
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Venerdì 23 Febbraio 2018, 07:15
JESI - Per l’accusa, avevano accerchiato una coppia di amici di Filottrano all’uscita dalla discoteca per poi prenderli a sprangate: condannati a quattro anni di reclusione due falconaresi di origine rom, di 21 e 22 anni. È questo la sentenza emessa ieri pomeriggio dal collegio penale, chiamato a giudicare sull’inchiesta aperta per fare luce sulla notte di violenza avvenuta il 12 ottobre 2014, all’esterno della discoteca Miami di Monsano. Durante la scorsa udienza, il pm aveva chiesto per ciascuno degli imputati 8 anni di reclusione, considerando il rito abbreviato chiesto dalla difesa. La riduzione è dovuta anche all’esclusione dell’aggravante contestato dalla procura di aver commesso il fatto in cinque o più persone.

Secondo quanto ravvisato, infatti, l’aggressione era avvenuta per mano di un manipolo di ragazzi. Le due vittime, assistite dai legali Laura Versace ed Eleonora Giretti, avevano riconosciuto solamente tre persone: i due rom finiti sotto accusa e un minore, per cui ha proceduto il tribunale competente. Il risarcimento danni per le parti civili verrà quantificato in sede civile. Per il 25enne filottranese a cui erano state riscontrate le lesioni più gravi, tra cui la frattura di uno zigomo e l’indebolimento permanente di una parte del viso, andrà intanto una provvisionale di 15mila euro. 
Ma l’inchiesta non è finita con la sentenza di ieri.

Se il 22enne è stato dichiarato responsabile delle lesioni riportate da entrambi i filottranesi, il 21enne è stato giudicato solo per quelle inflitte al 25enne. Per l’episodio che riguarda l’altra vittima, un cuoco di 21 anni, si aprirà un processo davanti al giudice monocratico. Tutto, quella notte, era avvenuto in pochi minuti. Il primo ad essere preso di mira era stato il 21enne. Il gruppo di aggressori lo aveva accerchiato, chiedendogli il cellulare. Con la risposta negativa era partita una sprangata sul collo, poi uno schiaffo. All’amico, all’epoca studente di Biologia, era andata peggio. Era arrivato all’ospedale di Jesi con il volto tumefatto, con i segni di una violenza che ancora oggi porta impressi.
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