I ladri non si fermano più
E adesso tocca agli Archi

I ladri non si fermano più E adesso tocca agli Archi
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Sabato 17 Novembre 2018, 04:45
ANCONA - Mattonate alle vetrine, colpi di ascia a persiane e finestre. Frullini per tagliare casseforti, piedi di porco per scardinare serrature e porte blindate. Un armamentario infinito per i ladri dell’ora solare che, da quando le giornate si sono accorciate, tengono sotto scacco il capoluogo. Appartamenti o negozi non fa differenza: l’importante è fare irruzione e rubare quel che c’è. Da una parte ci sono le bande organizzate dell’Est Europa (rom o moldavi, secondo gli inquirenti) che vanno a caccia di oro nelle abitazioni.

 

Dall’altra, sbandati che passano le notti a depredare le attività commerciali: prima in centro, ora agli Archi. Qui sono stati presi di mira due negozi di via Marconi: una macelleria gestita da bengalesi e una panetteria. In entrambi i casi, il malvivente - che è stato visto da un’avvocatessa e da un cittadino polacco svegliati di soprassalto dal fracasso, l’altra notte, poco prima delle 2 - ha utilizzato una grossa pietra staccata dal marciapiede per tentare di entrare dal retro, su via Mamiani. Ha spostato un cassonetto dell’immondizia per nascondersi da sguardi indiscreti mentre colpiva ripetutamente le vetrine. Quella di Asia Carni, nonostante tutto, ha retto, ma per sostituirla i tre soci bengalesi della macelleria hanno speso 500 euro. Peggio è andata alla panetteria Semi di Papavero: dopo aver abbattuto la vetrata sul retro, il ladro - che indossava jeans, giubbetto blu e il cappuccio di una felpa in testa - ha messo tutto a soqquadro. Dev’essere stato particolarmente affamato perché, oltre ad arraffare una cinquantina di euro dalla cassa, ha svuotato il frigorifero e si è portato via delle birre e una crostata alla crema.

«Ho sentito un colpo terribile - racconta un’avvocatessa residente in zona -. Pensavo fosse qualcuno che aveva chiuso la porta con forza. Poi ne ho sentiti altri. Allora mi sono affacciata e ho visto quel tipo che scappava verso la stazione». Era stato messo in fuga da un cittadino polacco che abita proprio sopra la macelleria. «Vattene o chiamo il 113», gli ha urlato. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che hanno sequestrato il mattone alla ricerca di impronte digitali.
Ma anche le Volanti ieri mattina hanno effettuato un sopralluogo perché la polizia sta già investigando su una lunga scia di spaccate avvenute in pieno centro, da un paio di settimane. L’autore potrebbe essere sempre lo stesso, un giovane papà siciliano di 35 anni, residente in città, con problemi di tossicodipendenza, indagato per due colpi nella notte fra sabato e domenica (a un minimarket cinese di via Calatafimi e al ristorante Mangiare Bere di via della Loggia: vetrate infrante con pali in ferro per rubare 350 euro e un computer) e sorpreso dalla polizia la notte seguente mentre provava a entrare nello store Champion in corso Mazzini.

La Scientifica ha raccolto tracce di sangue e riprese video, ma ancora non ci sono prove schiaccianti per incastrare il presunto Lupin del centro. Che, tra l’altro, potrebbe essere lo stesso che nei giorni scorsi ha saccheggiato il Vanilla Cafè di via Matteotti (700 euro) e il negozio d’abbigliamento +39 di piazza Cavour, provando ad entrare anche al Bar della Loggia. Non c’è pace per i commercianti, ma nemmeno per i comuni cittadini. Il capoluogo è sotto assedio, stritolato da bande di rom che hanno inanellato almeno 25 colpi (quasi tutti riusciti) nel giro di 15 giorni per un bottino che supera abbondantemente i 100mila euro. Non esistono distinzioni sociali: beffano il pensionato come il medico o il professionista. Perfino un carabiniere in via del Castellano ha ricevuto la sgradita visita dei ladri acrobati che, armati di ascia, saltano da un balcone all’altro. Ecco, quella del Castellano è una delle aree più bersagliate: 8 colpi (tentati o messi a segno) in 10 giorni, con una sfilza di reti di recinzione tagliate e un inseguimento a piedi della polizia andato a vuoto. Qui i residenti sono esausti e pensano alla giustizia fai-da-te: «Ci organizzeremo in ronde», protestano.

Ma i banditi hanno preso d’assalto anche via Panoramica, una delle zone più chic della città: 6 colpi consumati, con tanto di cassaforte tagliata con un frullino nell’appartamento al secondo piano di una pensionata che si è vista portar via 30mila euro di gioielli e pure un paio di lingotti d’oro. Dal rione Adriatico al Piano, da Pietralacroce a Tavernelle, non c’è quartiere risparmiato dalle scorribande dei ladri che a volte concedono il bis, com’è capitato a un pensionato di via Ungaretti che, un anno dopo, si è ritrovato faccia a faccia con due malviventi. Ha acceso la luce in cucina e gli è preso un colpo: quelli hanno fatto in tempo a saltare dal balcone, mandando un bacio a un inquilino che li ha incrociati nel cortile. 
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