Camerano vuole riscoprire il proprio inno
«Mettetelo in un cd e distribuitelo alla gente»

Camerano vuole riscoprire il proprio inno «Mettetelo in un cd e distribuitelo alla gente»
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Domenica 16 Giugno 2019, 09:05
CAMERANO - Che fine ha fatto l’inno di Camerano? Scomparso, finito nel dimenticatoio, dopo essere stato presentato in pompa magna ormai quasi 20 anni fa’. “Amato paese”, questo il titolo dell’inno, ebbe incondizionati elogi e grandi applausi da parte della cittadinanza, al momento della sua presentazione. Ora, a distanza di tanti anni, in tanti si chiedono se non sia il caso di ripristinarlo e farlo uscire dall’oblio. 

Lo stesso David Chiucconi, 62 anni, cameranese doc ed esperto del dialetto del suo paese, che realizzò il testo poi musicato dal maestro Angelo Biancamano, che è anche il direttore del coro che l’ha poi suonato in diverse occasioni, cerca di farlo ritornare in auge ed il consigliere Barbara Mori ha anche presentato un’interrogazione in tal senso in Consiglio Comunale. L’inno di Camerano è frutto di una sinergia che ha visto in campo, con grande passione e professionalità, persone ed artisti del posto. 

Un brano agile e popolare. Con una musica abbordabile ed in grado di essere cantato da tutti. «Sarebbe bello- afferma David Chiucconi- che segue anche la parte culturale dell’Associazione Le Muse di Camerano- inserirlo in un cd e darlo alla popolazione. Ho scritto questo testo con il cuore, riprendendolo da una mia poesia- afferma- cercando di toccare tutti i tasti che hanno fatto la storia del nostro amato paese». Ed “Amato Paese”, continua Chiucconi, «già alla sua prima esecuzione era veramente sembrato un brano in grado di ben condensare tutta la storia di questa cittadina, dalla laboriosità della gente alla bellezza del paesaggio, dalla preziosità culturale ed artistica delle proprie grotte al sacrificio che i cameranesi hanno fatto per far vincere la libertà. È la celebrazione di un popolo saggio che aveva superato con coraggio le difficoltà».

Rispolverare dal cassetto delle cose perdute l’inno significherebbe per Camerano riapropriarsi di un pezzo del proprio orgoglio, con una bella lucidata allo spirito d’identità, un valore che di questi tempi si rischia di perdere per strada, o chiudere nella stanza delle emozioni dimenticate. 
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