Caccia, impallinata la sentenza del Tar
si torna a sparare nei siti Rete Natura

Caccia, impallinata la sentenza del Tar si torna a sparare nei siti Rete Natura
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Mercoledì 12 Dicembre 2018, 05:40
ANCONA - Braccio di ferro istituzionale tra Regione e Giustizia amministrativa sul tema della caccia. Ieri secondo round di un duello a colpi di leggi e sentenze destinato ad avere altri sequel, con le associazioni ambientaliste sul piede di guerra e le opposizioni pronte a chiedere la testa dell’assessore regionale alla Caccia Moreno Pieroni.

 

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza – contrari il M5S ed i consiglieri Bisonni e Busilacchi, astenuta la Lega – una nuova legge sul tema (ad iniziativadi Pieroni e del presidente della II Commissione, Traversini), che ripristina l’esercizio venatorio nei siti della Rete Natura 2000, secondo le modalità previste dal calendario venatorio vigente. Iscritto d’urgenza all’ordine del giorno della seduta di ieri, l’atto scavalca la sospensione stabilita dal Tar che aveva accolto la richiesta avanzata da Lac, Wwf ed Enpa. È la seconda volta che viene dribblata una sentenza della giustizia amministrativa sulla caccia.

Le associazioni ambientaliste avevano infatti impugnato al Tar la delibera con cui la Giunta regionale aveva esteso l’attività venatoria ai siti interessati, dopo la modifica della legge regionale votata dal Consiglio il 6 novembre. L’assemblea era anche allora intervenuta per sbloccare il calendario venatorio, di fatto aggirando la sentenza del Consiglio di Stato che aveva decretato lo stop alla caccia nei siti di Natura 2000 e nella prima settimana di febbraio, motivando la decisione con la mancanza di un Piano venatorio regionale. La delibera attuativa della Giunta è stata però bloccata con la sospensiva dal Tar - che deciderà sulla questione il 23 gennaio – e ciò ha reso necessario il passaggio di ieri in Aula per rendere di nuovo operativo il calendario venatorio. «Con questa legge – è il commento del governatore Ceriscioli – ripristiniamo quella condizione che ha permesso ai cacciatori e al mondo agricolo di trovare l’equilibrio necessario per difendere il lavoro nei campi. C’è un’emergenza cinghiali, c’è una legge regionale che stabilisce la validità del Piano faunistico, sono stati svolti tutti i passaggi legislativi e amministrativi in maniera corretta. La legge non verrà dichiarata incostituzionale dalla Consulta perché poggia su presupposti coerenti e chiari. Senza ci troveremmo ad affrontare un’emergenza peggiore». 


Bisonni che ha parlato di «atto incostituzionale che sarà impugnato al 100%.e che serve solo a guadagnare 30 giorni di caccia» e Busilacchi che paventa il «rischio di responsabilità penali e contabili con un atto irricevibile». Bisonni ha inoltre firmato, insieme a due colleghi della Lega, una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Pieroni, depositata ieri dal M5s in seguito ad una «indegna lettera» inviata dall’assessore ai cacciatori all’indomani dell’approvazione dell’emendamento del 6 novembre, in cui metteva nero su bianco i nomi di chi aveva votato contro. Gesto considerato come «una vergognosa intimidazione».
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