Ancona, «Vai a casa o mi prendono»
L'ultima disperata mossa di Tarek

Ancona, «Vai a casa o mi prendono» L'ultima disperata mossa di Tarek
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 20 Novembre 2018, 10:30
ANCONA - Tarek adesso spera in un altro colpo di fortuna per restare in Italia, dopo il guasto all’aereo che il 22 agosto scorso doveva rimpatriarlo in Tunisia. Ora è un centro di permanenza e rimpatrio a Potenza. Ha tempo fino a oggi per sperare che un giudice di pace trovi da ridire sul provvedimento amministrativo d’espulsione che tre mesi fa l’aveva portato prima nel Cpr di Torino e il giorno dopo su un velivolo carico di clandestini da riportare a Tunisi, bloccato però prima del decollo da un’avaria. Per evitare di essere rimpatriato Tarek Abbassi, appena 21 anni ma già diversi guai con le forze dell’ordine e un arresto per spaccio, avrebbe tentato per gli investigatori un’ultima mossa la settimana scorsa, quand’era nascosto a Chiaravalle con la studentessa di 17 anni che aveva convinto a mollare la scuola e la famiglia a Vicenza per seguirlo in un’improbabile fuga d’amore.
  
Tarek sapeva che non poteva bastargli staccare i cellulari, il suo e della ragazza, i cui segnali avevano consentito ai detective della polizia di circoscrivere la loro posizione in una zona ancora piuttosto ampia di Chiaravalle.
Sconnettersi dal mondo e zittire gli smartphone gli era servito solo a guadagnare qualche ora, proprio mentre un localizzatore di ultima generazione, diavoleria hi-tect portata da Roma dagli specialisti dello Sco, stava individuando la loro esatta posizione con un margine di errore di pochi metri.
Aveva capito che ormai era tardi, che le telefonate agghiaccianti con la madre della ragazza, fatte ascoltare su “Chi l’ha visto?”, consentivano già ai poliziotti di circoscrivere le ricerche. Allora Tarek, secondo una ricostruzione investigativa, avrebbe tentato l’ultima mossa, rispedendo a casa la sua fidanzatina. Forse sperava che bastasse ad allentare la pressione su di lui, indagato da giugno per sottrazione consensuale di minore e poi - quando a settembre non aveva rispettato l’ordine di lasciare l’Italia entro 7 giorni - anche per inosservanza del provvedimento d’espulsione.
Anastasia, chiamiamola con un nome di fantasia, era stata avvistata mercoledì sera alla stazione di Vicenza (i poliziotti in realtà seguivano le tracce del suo telefonino, riacceso dalla ragazza) e una telefonata anonima aveva allertato i genitori. E quando il padre era andato a riprenderla, la studentessa aveva fatto subito capire che per lei non era finita lì. «Io voglio stare solo con lui», aveva detto Anastasia pensando a Tarek. Ma per il suo fidanzato magrebino, con cui l’adolescente si metteva in posa in tante foto e video anche dalle nostre parti, postate in un profilo Facebook comune, la fuga nelle Marche aveva ormai i giorni contati.
 
I poliziotti della Squadra Mobile di Ancona diretta dal dottor Carlo Pinto, insieme ai colleghi di Vicenza, hanno incrociato i tracciati dei telefonini con un’annotazione di servizio di alcuni mesi fa, quando Tarek, che non si era ancora reso irreperibile per clandestinità, venne fermato per un controllo dalle parti di Chiaravalle, insieme al fratello, di pochi anni più grande. È bastato allora risalire alla residenza del familiare, in un appartamento preso in affitto dalla compagna in una palazzina di via Marconi 132 a Chiaravalle, per essere sicuri che il 21enne clandestino si nascondesse proprio lì. Così sabato sera, all’ora di cena, è scattato il blitz. Tarek ha provato a nascondersi dietro gli abiti appesi in un armadio. Tutto inutile, la sua fuga era finita. Per lui, e per altri clandestini, c’è pronto un volo charter. Ammesso che poi decolli.
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