Ancona, «Vado ad aggiustare quella
finestra», ma Cristiano precipita e muore

Ancona, «Vado ad aggiustare quella finestra», ma Cristiano precipita e muore
di Stefano Rispoli
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Domenica 23 Settembre 2018, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 21:34

ANCONA - Era un uomo buono e altruista, Cristiano Lucidi. Innamorato del suo lavoro. Così generoso da mettersi a disposizione di chiunque gli chiedesse una mano. Venerdì sera aveva appena terminato il suo turno. Si era cambiato, ma prima di tornare a casa dalla famiglia aveva deciso di fermarsi ancora un po’ al Comando provinciale di via Bocconi. «Salgo un attimo al piano di sopra, vado a riparare quella finestra», aveva detto a un collega.
Era esperto di meccanica, amava il fai da te, sapeva fare tutto in casa. Voleva aggiustare una serranda del bagno che non scorreva bene. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, è salito sul davanzale, si è sporto, ma all’improvviso ha perso l’equilibrio ed è precipitato di sotto. Un volo tremendo, che non gli ha dato scampo.
  
Aveva ancora un flebile battito quando è stato soccorso, ma è spirato poco dopo all’ospedale di Torrette. Cristiano Lucidi è morto a 47 anni per un eccesso di zelo. Non è ancora chiaro come abbia fato a cadere il vigile del fuoco originario di Montecarotto, residente a Marina di Montemarciano. Forse è scivolato, ma è difficile da credere per uno come lui, abituato a fronteggiare i pericoli e a soccorrere persone in situazioni estreme, come l’ultimo sisma di Arquata del Tronto. Appare più probabile che abbia avuto un malore, un capogiro mentre saliva sul davanzale al terzo piano, nel fabbricato lato ex mattatoio. Un volo di oltre 7 metri terminato su una tettoia in alluminio che protegge l’autorimessa. Un impatto fatale. Sono stati i colleghi a recuperarlo poco dopo le 20 - operazione non semplice - e a soccorrerlo tempestivamente praticando le manovre di rianimazione. Poi l’hanno affidato alle cure del 118 per la disperata corsa all’ospedale, dove poco dopo il suo cuore ha smesso di battere. Indaga la polizia su un dramma che lascia senza parole. La Squadra Mobile, sotto il coordinamento del vice questore Carlo Pinto, esclude ipotesi diverse dal fatto accidentale: determinante il racconto di un collega che, poco prima della tragedia, si stava cambiando con Lucidi e ha confermato come fosse intenzionato a salire al piano di sopra per controllare la serranda malfunzionante. Gli accertamenti autoptici, in programma domani, serviranno a fare ulteriore chiarezza. Dopo di che la salma verrà restituita ai familiari per i funerali: probabilmente la camera ardente verrà allestita nel distaccamento di Senigallia, una tappa significativa nella carriera di Lucidi, entrato nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco nel 1997 e aveva prestato servizio a Varese, Bologna e Rimini, prima di approdare ad Ancona nel 2004.
 
Una famiglia distrutta. Inconsolabile la moglie Michela. Servirà tutto il sostegno psicologico possibile per assistere i due figli, un maschio e una femmina di 10 e 14 anni, legatissimi al papà. I colleghi descrivono Cristiano come «un uomo di grande senso del dovere e pieno di energie, che trasmetteva costantemente con quella carica umana che contraddistingue ogni vigile del fuoco. La sua passione per la meccanica e i motori e le ampie competenze in materia lo hanno portato da oltre due anni ad essere nominato Capo autorimessa provinciale con l’incarico di assicurare il funzionamento di oltre 200 automezzi».

Salvare vite umane era la sua vocazione: aveva partecipato alle operazioni di soccorso per le più gravi calamità nazionali degli ultimi anni, dal terremoto in Emilia a quello dell’Aquila, fino al nostro sisma del 2016. «Tutto il personale si stringe attorno alla famiglia - scrivono commossi i colleghi - con un forte sentimento di vicinanza e solidarietà».

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