ANCONA «Dei balordi mi hanno aggredito». Sin dal primo momento gli agenti della polizia ferroviaria, a cui il capotreno si era rivolto per chiedere aiuto, avevano manifestato perplessità sulla sua versione. Il racconto era fumoso e non trovava riscontri nei filmati della videosorveglianza della stazione, che quel giorno non avevano ripreso alcuna zuffa.
Le indagini
Così sono scattate le indagini, ma a finire nel mirino non sono stati i presunti aggressori, piuttosto lo stesso ferroviere 60enne, accusato di simulazione di reato.
Secondo gli investigatori, si sarebbe inventato tutto perché temeva di perdere il posto di lavoro o comunque era preoccupato per una possibile sanzione disciplinare. La mattina del 26 aprile 2021, infatti, aveva perso il treno su cui stava prestando servizio, a quanto pare distratto da una telefonata. Quando il regionale si era fermato alla stazione, lui era sceso per verificare che tutti i passeggeri fossero saliti e in sicurezza. Ma mentre conversava al cellulare, le porte si sono chiuse e il treno è ripartito, senza di lui, probabilmente per un malinteso con i colleghi. Preso dal panico, dopo qualche minuto di riflessione il ferroviere si è diretto alla postazione della Polfer per chiedere aiuto. E ha raccontato la sua versione dei fatti. «Mi hanno aggredito, non sono più riuscito a risalire a bordo del treno», ha raccontato. La sua ricostruzione, però, non ha trovato il conforto delle riprese della videosorveglianza: dai filmati non ci sarebbe traccia di un’aggressione, piuttosto si vedrebbe il capotreno impegnato in una conversazione telefonica mentre il convoglio riprende la marcia. Per questo il 60enne è stato denunciato per simulazione di reato. Assistito dal suo legale, ha deciso di opporsi a un decreto penale di condanna e ha chiesto di essere ammesso ai servizi socialmente utili per espiare la pena. Il giudice Corrado Ascoli si esprimerà a settembre nel merito.