Ancona, in fuga con la fidanzatina
il clandestino ribelle è stato catturato

Il clandestino con la fidanzatina
Il clandestino con la fidanzatina
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Lunedì 19 Novembre 2018, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 18:54
ANCONA - Dieci volte Anastasia, chiamiamola così, era scappata di casa, per seguire Tarek e il sogno di un amore che a 17 anni doveva sembrarle già eterno e irresistibile. Per mesi i genitori l’avevano cercata, per convincerla a non mollare la scuola, a tornare da loro e lasciare quel giovane dal profilo da bad boy, ma il suo telefonino squillava a vuoto. E l’unica volta che qualcuno aveva risposto, alla mamma della ragazza s’era gelato il sangue. «Tua figlia è morta, devi smettere di cercarla e poi mi fa schifo parlare con te, non c’è un uomo con te? Da noi non esiste la donna che parla». Era la voce di Tarek Abbassi, tunisino di 21 anni, e rispondeva al cellulare dal suo nascondiglio di Chiaravalle, dove s’era rifugiato dopo l’ultima fuga con la sua fidanzata adolescente, il 24 ottobre, quando lei era scappata per l’ennesima volta dalla sua casa di Vicenza.

 

Anastasia era tornata in famiglia mercoledì scorso, rintracciata alla stazione di Vicenza grazie a una telefonata anonima, e la mamma aveva dato l’annuncio in diretta su “Chi l’ha visto?”, commuovendo milioni di telespettatori che poco prima s’erano indignati ascoltando la registrazione di quella telefonata agghiacciante tra lei e il ragazzo che s’era portato via sua figlia. Tarek invece è stato rintracciato sabato sera, intorno alle 21, in un appartamento di via Marconi 132 a Chiaravalle, dove abita un fratello. Quando è scattato il blitz della polizia, che l’aveva localizzato grazie alle tracce del suo cellulare e altre indagini condotte dalle Squadre mobili di Ancona e Vicenza, il ragazzo tunisino ha provato a nascondersi in un armadio. Ma Tarek è stato stanato dai poliziotti, tra cui anche unità speciali addestrate nell’antiterrorismo, portato in questura ad Ancona e dopo una notte agitata (non si rassegnava all’idea di lasciare l’Italia) accompagnato già ieri pomeriggio al centro di permanenza e rimpatrio di Potenza per essere imbarcato su un volo per la Tunisia come clandestino. Via dall’Italia, insieme ai suoi 21 anni già carichi di grattacapi con la giustizia, un arresto e precedenti assortiti per reati contro la persona, furto, rapina, ricettazione, minacce, ed in materia di stupefacenti. Non ha avuto la stessa fortuna del 22 agosto scorso, quando all’indomani di un provvedimento d’espulsione amministrativo a suo carico - era stato prelevato dal Cpr di via Brunelleschi a Torino e fatto salire su un aereo in partenza della Tunisia, per essere rispedito in patria. Il velivolo però era rimasto a terra per un guasto e il giovane Abbassi, insieme ad altri immigrati irregolari, era stato riportato al “Brunelleschi” e da lì congedato tre settimane dopo, il 13 settembre, con l’ordine del questore di lasciare il suolo italiano entro 7 giorni.
Ma Tarek si era reso subito irreperibile ed era tornato a Vicenza, per convincere di nuovo Anastasia a mollare tutto, gli studi e gli affetti, e fuggire con lui, magari un domani andare in Africa e metter su famiglia. Durava, quella relazione, almeno dal marzo scorso. Osteggiata dalla famiglia della ragazza perché lei s’era invaghita di quel ragazzo magrebino al punto da mollare la scuola e perché lui era in un giro di spaccio ed era stato già in carcere. Denunce su denunce di scomparsa, presentate e poi ritirate quando la ragazza tornava o veniva rintracciata. Fino alla querela del giugno scorso che aveva portato la Procura di Vicenza ad aprire un procedimento penale a carico di Tarek Abbassi per sottrazione consensuale di minorenne, il reato (punito con la reclusione fino a due anni) commesso da chi allontana dai genitori un minore che ha già compiuto 14 anni. Mesi e mesi di vita randagia, con un profilo social in comune a doppio nome in cui i fidanzati ribelli postavano immagini come quelle di tanti ragazzi che passano serate a ballare, purtroppo anche a bere e fumare. E l’insistenza dei genitori di Anastasia, che non smettevano di cercarla, scatenava le reazioni di Tarek. Dopo l’ultima fuga della ragazza, del 24 ottobre scorso, sarebbero arrivati sul telefonino della mamma messaggi e video di Tarek che minacciava di uccidere la loro figlia se non avessero smesso di cercarla. Poi mercoledì scorso, dopo tre settimane trascorse con Tarek a Chiaravalle, Anastasia era tornata a Vicenza, anche se quando il padre era andato a riprendersela in stazione lei era innamorata persa («Io voglio stare con lui»). Tarek invece era rimasto da clandestino nella sua tana di Chiaravalle, protetto dal fratello. Ma i poliziotti della Squadra mobile di Ancona, diretti dal dottor Carlo Pinto, l’hanno rintracciato insieme ai colleghi di Vicenza. Seguendo la scia del suo telefonino, e altri contatti che portavano nella zona di Ancona, l’hanno trovato, nascosto in un armadio. 
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