Il bluff della mazzetta aggiusta-inchieste
e così il maresciallo finisce nei guai

Il bluff della mazzetta aggiusta-inchieste e così il maresciallo finisce nei guai
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Martedì 20 Marzo 2018, 06:25
ANCONA - Avrebbe chiesto una bustarella del valore di due mila euro per aggiustare un processo: chiuse le indagini sulla posizione del maresciallo Giovanni Barca, ex comandante della stazione delle Brecce Bianche prima di essere trasferito a Perugia e impiegato in servizi di intelligence. L’avviso di conclusione delle indagini - in cui si ipotizza il reato di millantato credito - è stata notificata qualche giorno fa alla difesa, rappresentata dagli avvocati Giuseppe Cutrona e Gianni Marasca. Titolare del fascicolo è il tribunale dell’Aquila, subentrato perché come parte danneggiata nel procedimento c’è il pm titolare dell’inchiesta su cui, stando alle accuse, il carabiniere si vantava (davvero a sproposito) di poter esercitare delle pressioni per favorire uno degli indagati, un ex imprenditore edile finito al centro di un processo nato per una serie di presunti appalti truccati concessi dall’Asur a un cartello di imprese. Era stato proprio l’ex titolare di una ditta ormai fallita, Luigi Catalano dell’Edilcost, a rivolgersi agli investigatori dopo la presunta proposta di Barca, presentando una denuncia proprio alla caserma guidata un tempo dal maresciallo. Con la segnalazione erano partiti i pedinamenti, il setaccio degli smartphone e l’acquisizione di sms e telefonate tra il denunciante e il denunciato. L’arresto era scattato in fragranza e aveva gettato un’ombra su Barca, conosciuto come un militare irreprensibile. Il maresciallo, tramite i suoi legali, ha sempre respinto ogni accusa.
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