Nuovo ultimatum di Berlusconi ai finiani
«Prepariamoci al voto a breve»

Silvio Berlusconi (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
Silvio Berlusconi (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
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Domenica 22 Agosto 2010, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:40
ROMA (22 agosto) - La creazione da parte dei parlamentari finiani di un gruppo autonomo in Parlamento una iniziativa paradossale se si considera che sono stati tutti eletti sotto il simbolo del Popolo della libertà con la scritta "Berlusconi presidentè". Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un messaggio audio ai Promotori delle Libertà.



Il premier, dopo l'ultimatum lanciato ieri ai finiani, ribadisce: «Se il governo eletto dal popolo non avesse più dietro di sè una maggioranza coesa e compatta, che gli consentisse di realizzare quello che il governo stesso ha promesso ai suoi elettori durante la campagna elettorale, la strada maestra non può essere che quella di ritornare davanti al giudizio del popolo che è sovrano. Chi dice il contrario, invocando magari dei formalismi costituzionali sa bene, benissimo, di dire una falsità», continua Berlusconi.



Berlusconi sottolinea quindi l'intenzione di andare avanti ma «c'è però un primo passo da fare ed è un passaggio obbligato. È diventato dopo di questo necessario verificare la coesione e la tenuta della maggioranza che sostiene il nostro governo prima di poter procedere al varo di provvedimenti, che sono provvedimenti molto importanti di realizzazione del programma».



Qualora la coesione della maggioranza venisse meno anche su uno solo dei punti del documento programmatico, «non accetteremmo mai di farci logorare in un tirare a campare in discussioni continuative che erano tipiche di molti governi della prima repubblica», continua Berlusconi. Il premier rifiuta anche «la prospettiva di dover negoziare al ribasso quell'azione riformatrice su cui noi ci siamo impegnati e su cui vogliamo essere assolutamente coerenti, mentre altri pensano di farne oggetto di un mercato politico che per noi è avvilente ed hanno l'obiettivo fin troppo scoperto di ribaltare il risultato del voto popolare».



Il partito quindi deve prepararsi alle elezioni politiche anticipate, che potrebbero svolgersi anche «a breve», afferma ancora il presidente del Consiglio. «Dobbiamo riorganizzare sul territorio la presenza del Popolo della libertà la nostra presenza e la presenza di tutte le nostre componenti più dinamiche, per realizzare appunto una presenza attiva e capillare in ciascuna delle 61 mila sezioni elettorali, in ciascuno dei 61mila dipartimenti elettorali in cui è ripartito il nostro Paese, e dobbiamo essere pronti a qualsiasi evenienza, come quella ad esempio di elezioni entro poco tempo».



Umberto Bossi intanto manda un messaggio chiaro a Berlusconi:
a questo punto si deve votare comunque e non si illuda di costruire alleanze con l'Udc di Pier Ferdinando Casini, perché la Lega non ci sta. «Berlusconi - ha detto ieri sera Bossi - ha detto che ha un progettino da portare in Parlamento. Se lo votano bene, altrimenti si va alle elezioni. Io penso che bisogna andare alle elezioni comunque. Mi sembra improbabile che si possa andare avanti così».



Bossi: con Casini mai. Il leader della Lega, quando sono circolate le voci secondo le quali Berlusconi starebbe pensando a costruire un'alleanza con l'Udc, non ha esitato a telefonare per dire al premier che il Carroccio è pronto ad andare per la sua strada: «Ho telefonato a Silvio - ha detto Bossi - e gli ho detto che non va bene. Gli ho detto: guarda che con Casini noi non ci stiamo. Gli ho detto "sappiti regolare, anche perché i voti il nord li dà alla Lega perché Casini è il male del nord». Un'assicurazione, comunque il leader della Lega l'ha già avuta: «Berlusconi mi ha detto che non ha offerto nulla. Lui ha inserito quella cosa sulla famiglia nel programma e io temevo fosse un'apertura all'Udc».



«La sinistra ha paura delle elezioni». «Che adesso Berlusconi cerchi di pigliare Casini prima del voto mi sembra ridicolo - incalza Bossi. - I democristiani sono quelli che hanno rovinato il nord. Mio padre mi diceva sempre che sarebbe servito uno che dal nord andasse al sud a strozzare tutti quei delinquenti».



Casini: Bossi vittima di un colpo di sole. «Non so se il simpatico Umberto è stato vittima di un colpo di sole o ha bevuto qualche bicchiere di troppo - ha replicato il leader dell'Udc -. In entrambi i casi consiglierei a Bossi di evitare preoccupanti allucinazioni. Non corriamo il rischio di trovarci assieme».



«Definire il rispetto della Costituzione "stanco formalismo", come fa il presidente del Consiglio, è un atto eversivo, che tende a non riconoscere il dettato Costituzionale e le prerogative del capo dello Stato». Lo dichiara in una nota Filippo Penati, capo della segreteria politica del leader Pd Pier Luigi Bersani. Secondo l'esponente Pd, «Berlusconi continua a parlare di scenari futuri senza mai compiere l'atto di responsabilità fondamentale: dichiarare fallito il suo governo e aprire la crisi».



Franceschini: il voto non ci spaventa, Alleanza costituzionale con chi ci sta. «Di fronte a una situazione di emergenza, con Berlusconi che va al voto per ottenere pieni poteri, stravolgere la Costituzione e puntare al Quirinale, scatterebbe una risposta straordinaria e di emergenza da parte di tutta l'opposizione: la nascita di una Alleanza costituzionale aperta a tutte le forze che alla svolta autoritaria di Berlusconi sono pronte a dire di no»: è quanto sostiene il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini, secondo cui «se il premier va alle elezioni le perde».
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