D'Alia rassicura gli statali
"Finiti i sacrifici economici"

D'Alia rassicura gli statali "Finiti i sacrifici economici"
di Giusy Franzese
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Giovedì 19 Dicembre 2013, 10:12 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 17:12
ROMA - Promessa: basta blocchi della contrattazione, nel 2015 i dipendenti pubblici avranno il tanto sospirato rinnovo. Intanto all’inizio del 2014 saranno avviati i tavoli per la parte giuridico-normativa. Tra introduzione del ruolo unico, flessibilità, mobilità interna, innesto di nuove forze, eliminazione degli enti inutili, lotta agli sprechi, l’universo del pubblico impiego in Italia cambierà volto: sarà più snello, efficiente, trasparente. Parola del ministro della Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia.



La legge di stabilità è ormai in dirittura d’arrivo anche nel secondo ramo del Parlamento e per i dipendenti pubblici è rimasta "lacrime e sangue".

«Il blocco del contratto era stato già previsto e contabilizzato dal governo Monti. Non lo abbiamo deciso noi. Anche il blocco del turnover è una scelta ereditata».



Chi vi impediva di modificare le norme?

«La scarsità di risorse: finanziare il contratto triennale del pubblico impiego significa mettere in bilancio 7 miliardi di euro. Noi siamo arrivati con il primo semestre già maturato. E servivano i soldi per la cig in deroga, abolire l’Imu, risolvere il problema degli esodati. Dovevamo scegliere le priorità. Ma è chiaro che questa situazione non può proseguire: nel 2015 vogliamo arrivare al nuovo contratto economico».



Ne è sicuro? Perché allora prevedere nella legge di stabilità l’indennità di vacanza contrattuale per gli anni 2015-2017?

«Abbiamo voluto semplicemente riconfermare il principio che l’indennità è sostitutiva del mancato rinnovo. È una maggiore garanzia, una tutela. Ma noi lavoriamo per fare il contratto. Sono d’accordo con chi pensa che il settore pubblico abbia già pagato abbastanza. E in ogni caso i risultati si stanno vedendo: il numero dei dipendenti, ad esempio, sta ampiamente nella media Ue. A fine anno saranno meno di tre milioni. Ormai resta poco da tagliare. Molto invece potrà fare la spending review. C’è ancora tanta strada da percorrere per innovare, migliorare la produttività, eliminare gli sprechi. Cosa quest’ultima che potrebbe essere stimolata con l’introduzione nel contratto di secondo livello del ”dividendo dell’efficienza”, ovvero la destinazione di parte dei risparmi ottenuti agli incentivi al personale. Sarà molto importante il rinnovo della parte giuridico-normativa del contratto che vorremmo chiudere nel 2014. All’inizio del nuovo anno partiranno i tavoli con i sindacati. I quali però dovranno accettare la discussione per sole 4 aree e comparti, come prevede la legge Brunetta. È una condizione essenziale».



A proposito di nuove norme: crede che la proposta del neo segretario del Pd, Matteo Renzi, di abolire l’articolo 18 per i nuovi assunti possa essere presa in considerazione anche nella pubblica amministrazione?

«Difficile. La totale equiparazione tra pubblico e privato è cosa da valutare con grande attenzione. Sono due situazioni molto diverse. Noi dobbiamo introdurre elementi di maggiore flessibilità nell’ambito dell’organizzazione del pubblico impiego».



Ministeri affollati e sportelli al cittadino a corto di personale: da anni si parla di mobilità interna, senza risultati. Stavolta ce la farete?

«La pubblica amministrazione è divisa in compartimenti stagni, con differenziazioni retributive e normative. Il passaggio da un’amministrazione a un’altra è considerato dal punto di vista giuridico come una nuova assunzione a tutti gli effetti. Un enorme ostacolo alla mobilità interna. È un sistema da cambiare. Dobbiamo andare verso il ruolo unico. Il problema è da risolvere al più presto. Entro fine dicembre sarà pronta la mappa delle nuove dotazioni organiche dei ministeri. Il personale in esubero sarà gestito con prepensionamenti e spostamenti presso altre amministrazioni. Nei primi mesi del 2014, tra febbraio e marzo, partirà il percorso di riorganizzazione. Per chi non accetta scatta il licenziamento. Confidiamo in soluzioni non traumatiche».



A che punto è il censimento degli enti controllati dal pubblico? Quelli inutili verranno finalmente eliminati? Si risparmierebbero un sacco di soldi.

«Il monitoraggio è in corso, è un lavoro che va avanti molto seriamente e sarà pronto all’inizio del 2014. Dopo di che bisognerà prendere una decisione politica. Ed è la parte che mi preoccupa di più».



Scettico?

«No, preferisco però evitare annunci».



Cosa ne pensa dell’idea lanciata dal ministro Trigilia di erogare incentivi sostanziosi ai privati che assumono gli esuberi del pubblico?

«L’idea è buona. E so che i colleghi Trigilia e Giovannini ci stanno lavorando. Credo che potrebbe funzionare per il personale che nel pubblico ha contratti flessibili».



Le auto blu, pur in diminuzione, restano tante. Si stima una spesa di circa un miliardo l’anno. Pensate a nuovi criteri di assegnazione?

«Dal 2011 ad oggi abbiamo risparmiato 240 milioni di euro. Il decreto 101 blocca gli acquisti per tutto il 2015 e sanziona chi nasconde i dati. Le amministrazioni centrali hanno tagliato le auto blu del 14,8%, ma ora bisogna avere strumenti più stringenti per intervenire nelle realtà locali, dove si annidano ancora troppi sprechi e ostentazioni».