Loggi si dimette da presidente della Provincia di Ascoli: il Pd si astiene sul bilancio che passa di misura

Loggi si dimette da presidente della Provincia: il Pd si astiene sul bilancio che passa di misura
Loggi si dimette da presidente della Provincia: il Pd si astiene sul bilancio che passa di misura
di Alessandra Clementi
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Martedì 30 Aprile 2024, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 15:56

ASCOLI Gran parte del Pd si astiene e Loggi lascia. Il presidente della Provincia ha annunciato le dimissioni subito dopo l’approvazione del bilancio di previsione con decadenza immediata di tutto il consiglio provinciale. Le fibrillazioni dei giorni scorsi, con ben tre dissidenti della maggioranza confluiti nel Gruppo misto e di fronte all’astensione di quattro consiglieri provinciali al voto sulla manovra finanziaria, Loggi ha deciso di staccare la spina.

Il voto

Tutto si è consumato ieri mattina nel corso del consiglio provinciale chiamato a votare il bilancio di previsione dove si è registrata l’astensione degli esponenti del Pd: Giovanni Borraccini, Isabella Bosano, Stefano Novelli e Serena Silvestri, mentre hanno votato a favore Luciana Barlocci, Aurora Bottiglieri, Simone De Vecchis, Marco Teodori, Daniele Tonelli e lo stesso Sergio Loggi.

Un vero e proprio strappo nella maggioranza. Da qui la decisione del presidente di chiudere l’esperienza in Provincia.

Un Loggi quasi con le lacrime agli occhi e la voce rotta dalla commozione ha annunciato di voler finire qui la sua esperienza a Palazzo San Filippo annunciando di volersi dedicare completamente al Comune di Monteprandone, che andrà al voto a giugno, e alla sua famiglia. Con la decadenza del presidente e del consiglio provincialel’ente sarà commissariato.

Il commissariamento

L’assise sarebbe andata al rinnovo a settembre, mentre il presidente avrebbe terminato il mandato nel 2026. I dissapori dei giorni scorsi che avevano portato il sindaco di Rotella Borraccini, il consigliere di Folignano Tonelli e la consigliera di San Benedetto Barlocci a confluire nel Gruppo misto erano stati una prima scossa tellurica. Non a caso era stata presentata anche una mozione a firma dei tre consiglieri dissidenti avanzando precise richieste amministrative. Cosa aveva portato i tre consiglieri a salire sull’Aventino? Non si riconoscevano più nella politica di Loggi, non condividendo soprattutto le scelte adottate in occasione del Piano d’ambito sui rifiuti, così per la perdita degli 11 milioni di euro di finanziamento per la Mezzina e per gli interventi programmati sulle strutture scolastiche. Ma alla base delle astensioni del Pd ci sarebbe una regia dall’alto su cui peserebbero anche candidature alle prossime elezioni comunali a Monteprandone.

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